Sei consapevole di quanto sia fondamentale dare un taglio pratico alla tua formazione? Probabilmente no, ma siccome questo è il primo segreto per iniziare ad avere successo nello studio del diritto voglio partire da qui. Dare un taglio pratico alla formazione accademica è di vitale importanza per due ragioni:

  1. La prima è che se impari soltanto la teoria rischi di trovarti di fronte ad una commissione di esame e di fare la figura del cioccolatino. Lo vuoi sapere il perché? Perché con tutta probabilità chi ti interroga non è un professore arroccato nella sua torre d’avorio che non ha mai visto il mondo. Al contrario! Si tratta verosimilmente di un avvocato che tutti i giorni esercita una professione dentro a un tribunale. Stando così le cose il tuo esaminatore non apprezzerà più di tanto ascoltare il solito bravo ragazzo che gli ripete a pappagallo il manuale imparato a memoria. Diversamente resterà a bocca aperta se vedrà in te un giovane studente che però sa bene come funziona la professione e come si svolge la pratica delle cose.
  2. La seconda ragione, di gran lunga più importante della prima, è che se impari solo la teoria finirai per uscire dall’Università a 24 o 25 anni che sarai solo l’ennesimo laureato, tu invece devi distinguerti. Devi uscire dall’Università ed essere una persona che si affaccia al mondo lavorativo con cognizione di causa, che ha idea di come si svolga una professione.

Voglio farti un esempio per spiegarti meglio cosa intendo. Prendiamo un grande classico dei mattoni di giurisprudenza: Procedura Civile.

Quei maledetti manuali di procedura civile in cui ti fanno studiare all’Università li conosco bene, ci ho studiato anche io per tanti anni. Hanno un grosso problema, iniziano fin dalla prima riga a darti un sacco di dettagli su come funziona il processo civile. Anzi prima ancora del processo civile ti iniziano a parlare di presupposti processuali, competenza territoriale, competenza per materia e poi ancora la nullità degli atti, le ordinanze, la notifica…

13092025_855092927946846_5612817297150755344_nTutto giusto per carità! Non ho nulla da ridire, peccato che molte volte chi apre questi manuali non ha la più pallida idea di che cosa diavolo sia un processo civile. Se tutto va bene nelle prime facciate trovi una definizione di processo tipo questa: “complesso delle attività e delle forme mediante le quali appositi organi prestabiliti dalla legge esercitano, con l’osservanza di determinate modalità, il potere di giurisdizione, cioè attuano nel caso concreto il comando della legge”. Da una definizione del genere uno che non è mai entrato in un’aula di tribunale per vedere che cosa ci succede dentro non può capire NIENTE. Figurarsi se può capire le 700 o 800 pagine che sono scritte dopo questa definizione.

Ricordo che quando studiavo il processo civile nei suoi vari dettagli spezzettati all’interno di tanti capitoli, suddivisi a loro volta in sottoparagrafi e poi in capitoli, la mia sensazione era quella di essere dentro alla foresta amazzonica incagliata tra rami liane e serpenti. Tra me e me pensavo “se solo potessi vedere le cose come funzionano dal vivo, se solo avessi una mappa che, tralasciando ogni dettaglio, mi permettesse di vedere le cose dall’alto… tutto mi sarebbe più chiaro”. Insomma avevo bisogno di una visuale dall’alto.

A ben vedere in effetti, solo se hai una vaga idea di come è fatta la foresta e di cosa ci puoi trovare dentro, puoi andare alla ricerca di banane sugli alberi o dirigerti al fiume per farti sbranare le chiappe da un coccodrillo. Se invece gli indigeni ti hanno preso all’aeroporto di Buenos Aires, ti hanno bastonato, messo in un sacco e abbandonato nella foresta amazzonica, tu non hai scelta. Puoi solo iniziare a girovagare senza meta cercando una via di uscita che ti permetta di tornare a contatto con la civiltà.

Quando studi procedura civile la situazione è praticamente la stessa: ti hanno preso, bendato e buttato in mezzo a decine di dettagli giuridici che ti dicono quando l’ordinanza del giudice è nulla, quando un’eccezione è in senso stretto o in senso lato, quando la competenza è del tribunale in composizione monocratica o collegiale… e tu sei lì… che non ti ritrovi, non capisci bene dove sei, dove stai andando, quale è l’inizio quale è la fine? MA DI COSA SI STA PARLANDO?

Kidnapped

In primo luogo quindi ti consiglio di farti un’idea concreta di cosa stai cercando di assimilare. Cos’è un processo? Quando si va davanti a un giudice? Cerca di costruirti un indice generale, una mappa del territorio e poi addentrati in esso. Tralascia inizialmente tutti i dettagli, le eccezioni e le eccezioni delle eccezioni. Se vuoi trovare degli spunti fondamentali su come fare questa prima operazione ti suggerisco di scaricare il mio e-book cliccando qui.

Una volta che avrai imparato a governare tutte le informazioni e ad avere una visione dall’alto della situazione è fondamentale che tu impari a dare un taglio pratico alla tua preparazione.

Con un piccolo esempio ti spiego come fare. Mettiamo che sei alle prese con lo studio del processo civile in particolare della fase iniziale, e leggi nel tuo manuale:

L’atto di citazione è l’atto introduttivo del giudizio con il quale l’attore propone la domanda chiedendo tutela di un proprio diritto nei confronti del convenuto (editio actionis), mettendo quest’ultimo in condizione di esercitare la propria difesa in causa invitandolo a comparire a una determinata udienza fissata dall’attore stesso (vocatio in ius).

Destinatario dell’atto di citazione non è solo il convenuto, nei cui confronti è proposta la domanda, ma anche il giudice, che su di essa deve pronunciarsi (Mandrioli).

La citazione deve essere portata a conoscenza del convenuto attraverso la notificazione e a conoscenza del giudice attraverso l’iscrizione a ruolo”.

Lo studente universitario medio non ha mai visto un atto di citazione, pertanto se anche tu fai parte di questa categoria la prima cosa che devi fare è cercare di vedere in concreto cos’è questo atto di citazione, come si presenta, che forma ha, di che colore è! Se tu ti limiti ad andare avanti nella lettura, senza soffermarti a capire questo “dettaglio”, procederai nello studio e probabilmente cercherai di mandare a memoria la parte del manuale dove c’è scritto che:

L’atto di citazione deve contenere:

1) l’indicazione del tribunale davanti al quale la domanda è proposta;

2) il nome, il cognome e la residenza dell’attore, il nome, il cognome, la residenza o il domicilio o la dimora del convenuto e delle persone che rispettivamente li rappresentano o li assistono. Se attore o convenuto è una persona giuridica, un’associazione non riconosciuta o un comitato, la citazione deve contenere la denominazione o la ditta, con l’indicazione dell’organo o ufficio che ne ha la rappresentanza in giudizio;

3) la determinazione della cosa oggetto della domanda;

4) l’esposizione dei fatti e degli elementi di diritto costituenti le ragioni della domanda, con le relative conclusioni;

5) l’indicazione specifica dei mezzi di prova dei quali l’attore intende valersi e in particolare dei documenti che offre in comunicazione;

6) il nome e il cognome del procuratore e l’indicazione della procura, qualora questa sia stata già rilasciata;

7) l’indicazione del giorno dell’udienza di comparizione; l’invito al convenuto a costituirsi nel termine di venti giorni prima dell’udienza indicata ai sensi e nelle forme stabilite dall’articolo 166, ovvero di dieci giorni prima in caso di abbreviazione dei termini, e a comparire, nell’udienza indicata, dinanzi al giudice designato ai sensi dell’articolo 168-bis, con l’avvertimento che la costituzione oltre i suddetti termini implica le decadenze di cui agli articoli 38 e167.

Il risultato? Il drammatico risultato è che, se non capisci nella pratica cos’è un atto di citazione, per te l’atto di citazione, finché non ne vedrai uno sarà fatto così:

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Invece l’atto di citazione, nella pratica, nella vita vera, è fatto così (clicca qui o sull’immagine per scaricare l’atto di citazione in formato PDF)…

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Prima capisci come sono fatte le cose nel mondo reale, prima diventi un professionista.

Ma andiamo avanti, voglio farti un altro esempio di che cosa intendo per studiare in modo concreto una materia. Stando a quanto c’è scritto nel tuo manuale “La citazione deve essere portata a conoscenza del convenuto attraverso la notificazione”. A questo punto tu devi domandarti, che cos’è la notificazione?

Notificare, da vocabolario, vuol dire rendere noto qualcosa a qualcuno, in modo formale. Tu però non devi fermarti a questo! Tu devi capire in concreto come si notifica l’atto di citazione, come l’attore rende noto formalmente al convenuto il contenuto della sua domanda?

La norma (art. 163, u.c., c.p.c.) si limita a dirti che l’atto di citazione è consegnato “dalla parte o dal procuratore all’ufficiale giudiziario il quale lo notifica a norma degli artt. 137 e seg.”.

Vedi che già qui devi chiarirti le idee: chi è l’ufficiale giudiziario innanzi tutto? Dove lo trovo? Che faccia ha?

Anche solo scrivendo su Google ufficiale giudiziario potrai avere le prime risposte, molto spesso te le dà la stessa Wikipedia e sono abbastanza attendibili. Ad esempio leggendo qui, capirai che l’UG è un dipendente della pubblica amministrazione, che lo puoi trovare all’interno dei tribunali in particolar modo lo troverai sicuramente in uno specifico ufficio chiamato UNEP (ufficio unico notificazioni, esecuzioni e protesti).

Se un giorno poi, per dire, passassi dalle parti del tribunale della tua città potresti anche azzardarti ad entrare e cercare questo UNEP così magari potresti vedere la strana bestia chiamata “ufficiale giudiziario” al lavoro (ti garantisco che nell’entrare in tribunale nessuno ti chiederà nulla se ti sottoponi ai normali controlli, nei limiti in cui non porti con te armi o altre cose strane).

Potrei andare avanti ancora, spiegandoti come avvengono le notifiche in concreto: dicendoti che l’ufficiale giudiziario le può fare uscendo dal suo ufficio e andando a consegnare l’atto vero e proprio al convenuto di persona (consegna a mani), le può fare a mezzo posta (avvalendosi cioè del servizio postale, in questo caso l’atto viene recapitato a casa del convenuto il quale potrà riconoscerlo facilmente perché è contenuto all’interno di una singolare busta verde, identica a quella che ti arriva a casa quando prendi una “multa”), le può fare a mezzo PEC, posta elettronica certificata, comodamente dal suo PC…

Insomma, potrei andare avanti ancora a lungo, ma credo tu abbia capito cosa intendo per conoscere la pratica anche quando hai a disposizione solo la teoria, e so già che mi farai un’obiezione di questo tipo: “se devo studiare così ci metto un sacco di tempo!”.

A questa obiezione io ti rispondo dicendoti che il tempo per imparare a memoria concetti astratti di cui non conosci il valore concreto è infinitamente maggiore a fare una ricerca su internet per scoprire come è fatta una citazione, chi è l’ufficiale giudiziario o come si presenta una PEC.

Ovviamente però è anche importante darsi delle priorità per cui cerchiamo di fare un po’ d’ordine su come procedere:

  1. Approccia qualsiasi materia che stai studiando guardando l’indice (la mappa per capirci), cerca informazioni generiche e di massima per capire cosa troverai all’interno del manuale;
  2. Prendi il tuo manuale e schematizzalo in modo da selezionare solo i contenuti che sono fondamentali per lo standard di preparazione che vuoi o puoi assicurarti;
  3. Una volta che devi memorizzare ed imparare ad esporre i contenuti non insistere nel tentativo di memorizzare cose che non sai cosa vogliono dire. Cerca quindi di approfondire il significato concreto dei concetti che sono più distanti dalla tua realtà quotidiana.

Per fare quello che ho scritto nei punti 1 e 2, assicurati di avere un METODO INFALLIBILE DI STUDIO, se non ce l’hai oppure ce l’hai, ma non hai la certezza assoluta che sia così infallibile, allora permettimi di darti qualche spunto.

Cliccando qui puoi trovare informazioni e scaricare il mio e-book: il primo e unico libro che in poche, ma chiare pagine ti insegna un metodo infallibile per studiare il diritto.

Per approfondire il significato concreto dei concetti ci sono invece varie strade: la prima è la più banale ma forse anche la più semplice. Usa internet non solo per andare su FB, ma anche per raccogliere preziose informazioni su come gira il mondo. Nella rete c’è la risposta a qualsiasi domanda. Altre strade sono quelle di uscire dalla tua stanza e vedere il mondo, andare in uno studio o in un ufficio e lavorarci gratis uno, due, tre mesi. Questo è il più grande investimento che puoi fare per il tuo futuro: costruisciti una professionalità già quando sei dentro all’Università. Ancora, segui questo blog e iscriviti alla newsletter in cui giornalmente do informazioni e trucchetti completamente gratuiti per aiutarti a primeggiare nella tua categoria.

Ricordati: l’ambizione e la competizione non sono un crimine, ma il motore dell’evoluzione!

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