Quello che non ti hanno mai detto sulle mappe concettuali e altre tecniche di memorizzazione

Mappe concettuali, lettura veloce, lettura a salto, lettura olistica, palazzo della memoria, PAV, riposo oculare, ripasso cadenzato… chi più ne ha più ne metta. Questi sono solo alcuni dei contenuti che puoi trovare nell’ampio calderone di tecniche che si propongono di salvarti la vita aiutandoti a imparare a memoria il dizionario di italiano in 2 giorni e mezzo. Il mercato di formatori che si offrono di aiutarti a diventare un super memorizzatore che appena scruta il cartone del latte impara a memoria le percentuali di grassi, è sempre più denso.

Questi soggetti, alcuni dei quali, molto seri e preparati (altri meno), possono davvero aiutarti nella tua carriera universitaria o di studio del diritto?

Proverò a rispondere a questa domanda in modo sintetico e puntuale:

  1. premetto che tutte le tecniche di apprendimento e memorizzazione veloce, non sono delle chimere, cioè non si tratta di mostri mitologici, non sono fregature. Potenziare la memoria è possibile e sicuramente utile per chi deve studiare;
  2. Potenziare la memoria impone di sviluppare o migliorare l’uso di un’area del tuo cervello che sai usare poco e/o male… in pratica è come imparare un nuovo sport. Non ci vorranno 10 minuti, ci vorrà persistenza, settimane se non mesi di lavoro. Non per il solo fatto che hai pagato l’istruttore di tennis e comprato la racchetta sei una campione di Wimbleon;
  3. Una volta che sei diventato un abile memorizzatore, magari avrai fatto anche qualche corsetto motivazionale che ti insegna a tenere a bada l’ansia pre-esame, sarai sicuramente uno studente più sereno e produttivo, ma non per questo avrai automaticamente successo una volta fuori dall’università! Questo perché non basta saper memorizzare bene, bisogna soprattutto saper bene cosa memorizzare;
  4. Le tecniche di memoria sono molto utili per assimilare concetti astratti, con i quali hai poca confidenza, se tu ti abitui a dare un taglio pratico alla tua formazione, in automatico i concetti astratti di cui dovrai parlare saranno sempre meno! Ti farò un esempio, per ricordare i passaggi per preparare una pasta al pomodoro non hai bisogno di usare le tecniche di memorizzazione. La pasta al pomodoro la sai fare e sai spiegare con chiarezza come farla perché l’hai fatta o vista fare decine e decine di volte. Questo è il punto!

Per tornare alla domanda iniziale, ovvero: queste tecniche di studio possono davvero esserti utili nello studio del diritto?

La risposta è, forse si. Se ti applicherai con costanza e utilizzerai nello studio queste tecniche molto probabilmente diventerai più veloce a memorizzare, in molti casi farai anche una migliore figura agli esami… in molti altri no.

Mappe concettuali & co. : quando sono davvero utili?

Vuoi sapere perché in molti casi essere un abile memorizzatore non ti darà il successo sperato? Perché oggi come ieri e come domani, è molto più importante il saper fare che non il sapere.

A giurisprudenza, lo sanno tutti, chi ti interroga non sono professori che passano dalla mattina alla sera a sbrodolarsi con paper e ricerche da pubblicare in riviste specialistiche che nessuno leggerà mai. I professori di giurisprudenza (così come i professori di Diritto che insegnano questa materia in altre facoltà), sono degli addetti ai lavori. Si tratta per lo più di avvocati e di consulenti legali che ogni giorno nel loro lavoro vedono come vanno le cose nella pratica.

Credimi. Molti di loro, gli elenchi sconfinati che tu sputi sangue per imparare a memoria, non li sanno minimamente. Te lo dico per esperienza personale; nella mia (seppur breve) carriera di assistente universitario mi è capitato di interrogare gli studenti e ascoltarli recitare a memoria norme di cui io ignoravo buona parte del contenuto.

Questo perché quando un giurista lavora, se ha bisogno di sapere quali sono i beni del coniuge che cadono in comunione, di certo non si appella alla sua memoria cercando di ricordare tutto l’elenco che ha imparato 10 anni prima a privato 1! Qualsiasi professionista si apre il codice civile e si va a vedere la norma che parla di questo. Non fosse altro perché le norme cambiano praticamente annualmente per cui magari uno l’elenco lo ricorda bene, peccato che è stato riformato 5 volte in 10 anni.

Le mappe concettuali e gli altri strumenti per memorizzare e apprendere velocemente sono quindi utili se vuoi ridurre i tempi che passi sui libri. Se oltre a ridurre i tempi che passi sui libri vuoi essere una spanna sopra ai tuoi colleghi e essere certo che non solo memorizzi velocemente, ma anche memorizzi velocemente le cose giuste, hai bisogno di un metodo.

Un metodo di studio è qualcosa che ti consente di capire una volta per tutte come è strutturato un libro di diritto, quali sono i concetti al suo interno, quali devi sapere e quali non è importante che tu sappia. Un buon metodo lo userai non solo all’università, ma anche quando dovrai scrivere pareri, sentenze o qualsiasi altro atto tu debba scrivere nello svolgimento della tua professione.

Un buon metodo di studio non richiede mesi di applicazione per essere appreso e dare i suoi risultati; sarà  utile ed efficace fin da subito.

Mappe concettuali per memorizzare gli insulti del tuo capo

Quando uscirai dall’Università e non dovrai più assecondare il sistema perverso che ti impone di imparare a memoria norme inutili, il tuo corso di tecniche di apprendimento veloce pagato fior fior di quattrini, sarà utile come un monopattino per un’anguilla. Già hai capito bene! Una volta fuori dalle mura del patetico sistema universitario che non ha nulla a che vedere con il mondo del lavoro, il tuo corso di memoria veloce ti servirà solo per ricordare in ordine tutti gli insulti che ti griderà il tuo capo per biasimare il tuo stato di praticante incompetente!

Tu non puoi immaginare quanti praticanti ho visto sfilare sotto i miei occhi, beandosi del loro bel 110 e lode conquistato in 5 anni secchi di università! Tutti garruli, questi soggetti arrivano nel mondo del lavoro convinti di essere Dio in terra e di poter prendere 110 e lode anche nella vita pratica.

Beh sai quale è la triste verità? La triste verità è che il mondo del lavoro non ha bisogno che impari a memoria gli elenchi telefonici. Il mondo del lavoro ha un PC su ogni scrivania in cui funziona una cosa chiamata Google in cui basta digitare la parola giusta e trovi tutto quello di cui hai bisogno!

Peccato che quando esci dall’Università il tuo cervello è così brasato che non sai neppure cosa cercare su Google! Capisci il dramma? Questo dramma io lo vedo tutti i giorni, praticanti laureati a pieni voti non riescono a fare un discorso giuridico che stia in piedi, non sanno dove trovare le informazioni per risolvere un caso, non sanno che il cliente è il loro peggior nemico e che devono essere abili a pararsi i fondelli in ogni momento. Non sanno queste e tantissime altre cose di vitale importanza per lavorare.

Non voglio essere spietata con te, voglio solo essere sincera… Ti racconterò la mia storia, per farti capire che io capisco pienamente la tua situazione e che sono la prima a essere consapevole di quanto sia malato il sistema universitario.

Quando sono entrata in un vero studio di avvocati, mi è stato chiesto di scrivere il mio primo parere. Mi sono applicata con serietà e dedizione… come la brava studentessa che ero sempre stata. Quella che si era laureata con 110 e lode in 5 anni secchi!

Vuoi sapere il risultato?

Il risultato è stato che, l’avvocato che mi faceva fare la pratica nel suo studio ha preso il mezzo foglio che avevo scritto a PC indicando la soluzione alla questione giuridica che mi aveva posto e, senza neppure leggerlo, lo ha buttato nel cestino.

Dopo questo gesto sprezzante si è limitato a dirmi “vai nella banca dati di studio e guarda come li facciamo noi avvocati i pareri!”.

A buon intenditore poche parole. Da quel giorno ho iniziato a copiare, a copiare bene, con testa, solo dai migliori. Cercare le cose fatte da chi le aveva viste decine di volte nella pratica e imitarli creandomi un metodo, solo così sono riuscita a supplire al deficit della mia preparazione teorica.

Sai quale è la buona notizia? La buona notizia è che puoi fare tutto questo molto prima di uscire dall’università. Per farlo prima ancora di spendere i tuoi soldi in un “miracoloso metodo di apprendimento veloce” valido per qualsiasi materia, hai bisogno di capire come si studia, si applica e si vive il diritto.

Se vuoi iniziare ad avere qualche spunto ti invito a scaricare il mio libro “Studiare diritto è impossibile se non sai come farlo“, ma soprattutto di seguirmi applicando tutti i consigli che do per evitare di diventare l’ennesimo laureato disperato. O l’ennesimo praticante NON AVVOCATO.

Se poi vuoi anche dilettarti nell’approfondire le tecniche di memorizzazione veloce ti invito a cliccare qui, dove troverai, tra le risorse consigliate, un libro che ti permette di avere un panorama di base sulla questione (senza spendere centinaia di euro).

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