Se stai leggendo questo articolo per informarti su com’è la facoltà e la laurea in giurisprudenza è perché probabilmente a breve dovrai compiere una scelta: dovrai scegliere quale corso di studi intraprendere.
Mettiti comodo: in questo articolo tenterò di darti delle dritte per evitarti rimpianti o, chissà, per aiutarti a prendere una scelta consapevole.
Laurea in giurisprudenza come funziona
Giurisprudenza, così come narrano le leggende, è conosciuta per essere una tra le più complesse, articolate ed impossibili facoltà. Accessibile a pochi, dotati di poteri paranormali e con una memoria di ferro. Mi dispiace per te se purtroppo non hai queste qualità, perché probabilmente giurisprudenza non fa per te.
Ovviamente è tutto uno scherzo. Non devi essere Bradly Cooper in Limitless per affrontare la facoltà di giurisprudenza. Non devi essere un genio, è sufficiente che tu abbia i giusti strumenti che ti consentano con poche risorse di raggiungere ottimi risultati.
Ebbene sì, per quanto pesante per il carico di studio, giurisprudenza si può affrontare facilmente con una buona organizzazione e un corretto metodo di studio. Non si tratta di complicate metodologie, ma di semplici strumenti che ti consentiranno di avere chiaro ciò che hai studiato. Tutto questo ti darà più sicurezza e ti consentirà di non esitare quando in sede d’esame ti sarà chiesto di esporre i concetti che hai studiato.
Giurisprudenza: come entrare
Sebbene l’iscrizione alla facoltà di giurisprudenza nella maggior parte degli atenei sia a numero aperto, in una minoranza è previsto un preliminare test d’ingresso. Secondo Universitaly, infatti, è necessario superare un test per iscriversi alla facoltà di giurisprudenza nelle città di:
- Giurisprudenza Bergamo – Università degli studi,
- Giurisprudenza Rende – Università della Calabria,
- Giurisprudenza Catanzaro – Università della Magna Graecia,
- Giurisprudenza Trento – Università degli studi,
- Giurisprudenza Verona – Università degli studi.
L’assenza di un test di ammissione non deve rappresentare, però, un motivo valido per sottovalutare l’impegno che di norma è richiesto per affrontare la facoltà di giurisprudenza.
Non sono pochi gli studenti indecisi o che non hanno superato i test di altre facoltà e che si iscrivono nelle facoltà di legge a numero aperto come ripiego per impegnare un anno accademico che purtroppo non è andato come desideravano. Di frequente accade, che le aule e, soprattutto, gli appelli d’esame del primo anno di giurisprudenza siano colmi di studenti che della materia sanno poco o nulla e che sperano nella grazia o nella clemenza di qualche professore caritatevole che gli regali un 18 pur di non vederli tornare. Per questo motivo non dovrà spaventarti la dura selezione che opereranno i professori e il probabile dimezzamento degli studenti iscritti al primo anno nel secondo.
Idealmente gli studenti di giurisprudenza potrebbero essere divisi in tre categorie:
- lo studente di giurisprudenza consapevole della propria scelta,
- lo studente di giurisprudenza avventuriero che si è buttato su giurisprudenza senza informarsi prendendosi tutti i rischi del caso, e
- lo studente di giurisprudenza a tempo determinato che ha più che una facoltà era alla ricerca un parcheggio di sosta.
Se fai parte della prima categoria di studenti, il mio suggerimento è quello di non preoccuparti delle leggende metropolitane, della percentuale di bocciati o altro; trova il tuo metodo di studio ed affronta ogni esame con la stessa consapevolezza che ti ha spinto ad iscriverti a questa facoltà.
Se hai scelto la facoltà di giurisprudenza senza esserti preoccupato di approfondire ciò a cui saresti andato incontro e sei deluso o pentito non rimuginare pensieri negativi sul tuo futuro, nulla è perduto. Ok, giurisprudenza non è la facoltà che fa per te. Prenditi del tempo per capire quali sono le tue passioni, cogli questa occasione per leggere, informarti sul mondo che ti circonda e approfondire ogni stimolo che ti scuote. Il tempo che ti prenderai per maturare una scelta saggia e consapevole non sarà perduto.
Se, invece, ti riconosci nell’ultima categoria il consiglio che mi sento di passarti è quello di decidere e smetterla di rimandare o temporeggiare. Attendere lo scorrere del tempo per tentare un’altra volta il test di medicina per il quale ti sei preparato con dedizione e che non hai superato non è una buona strategia. Essere iscritto ad una facoltà, soprattutto se impegnativa come quella di giurisprudenza, richiede un impegno assiduo e costante. Non temporeggiare, insegui i tuoi obiettivi e di non distrarre tempo prezioso per le tue reali ambizioni, qualunque esse siano: il superamento del test di medicina, di ingegneria o altro ancora.
Torniamo al test d’ingresso. Il test d’ingresso alla facoltà di giurisprudenza nella maggior parte dei casi si compone di due parti:
- una prima parte relativa a quesiti attitudinali,
- una seconda parte relativa a quesiti disciplinari (es. conoscenze contemporanee di carattere politico).
Se lo superi non avrai più pensieri e potrai dedicarti serenamente allo studio. Se non lo superi, non necessariamente sei fuori dalla facoltà di giurisprudenza. In alcuni casi, infatti, è consentita l’iscrizione con debito formativo. In altri termini, quando l’esito del test è negativo questo si considera superato qualora lo studente correttamente iscritto abbia superato positivamente (cioè con 18/30) gli esami del 1° anno di corso specificatamente indicati nel bando apposito e nel termine previsto.
Qualora invece tu non sia riuscito a sostenere positivamente gli esami previsti nel bando e nel termine consentito, non ti sarà consentita l’iscrizione al secondo anno e dovrai, quindi, iscriversi nuovamente al primo.
Dunque, verifica attentamente, prima dell’iscrizione, il bando che troverai sul sito dell’università di tuo interesse e le modalità che prevede la stessa per l’ammissione (ad es. se è prevista l’iscrizione con debito formativo o se vi sono modalità alternative di accesso).
Giurisprudenza quale indirizzo scegliere
La facoltà di giurisprudenza, ad eccezione della laurea triennale in consulente d’impresa o del lavoro, non offre indirizzi.
Il laureando in giurisprudenza può però orientare i propri studi in due modi:
- con la partecipazione ad attività extracurriculari; e/o
- con la scelta delle materie opzionali.
Buona parte degli studenti di giurisprudenza sottovaluta l’importanza che riveste la partecipazione ad attività extracurriculari in termini di occasioni di lavoro, networking, studio, consapevolezza delle alternative lavorative, ect. e spesso le ritiene una perdita di tempo o “qualcosa di interessante, ma non necessario”.
Non sorprenderti per quello che adesso ti svelerò: fuori dalle aule universitarie, il mondo del lavoro non si accontenta di un semplice voto di laurea, seppure ottimo, ma richiede che tu abbia ben chiaro di cosa vorrai occuparti, quali sono le tue soft skills, se sai come si redigono gli atti e così via.
Come potrai ben intuire, non si tratta di capacità o abilità che possono essere acquisite frequentando le lezioni universitarie o semplicemente studiando, anche in modo approfondito, manuali di diritto.
Investire il tuo tempo anche sulle attività curriculari ti consentirà di essere pronto per il mondo del lavoro e di dare un indirizzo alla tua carriera universitaria.
Quindi, non sottovalutare la possibilità:
- di iscriverti ad associazioni giuridiche,
- di frequentare seminari attinenti ad un settore del diritto che ti interessa,
- di partecipare a conferenze in cui si dibattono le recenti riforme,
- di svolgere attività di volontariato (AIESEC, avvocato di strada, ect.), o
- di frequentare corsi di lingua o di informatica.
Di seguito ti suggerisco alcune associazioni giuridiche a cui potresti iscriverti qualora fossi interessato in tal senso:
- ELSA – European Law Students’ Association (https://elsa.org/),
- EALP Student – European Association of Psychology and Law (https://eapl.eu/students/),
- Osare Europa (https://www.rivistaeuropae.eu/tesseramento-osare/).
Per quanto l’indirizzo dello studente di giurisprudenza si formi principalmente mediante la partecipazione ad attività extracurriculari e la scelta delle materie opzionali, non è da sottovalutare il carattere internazionale dell’università nella quale ci si vuole iscrivere.
Se il tuo obiettivo è quello di iscriverti a giurisprudenza per poi intraprendere la carriera di ambasciatore o di consulente d’impresa o di amministratore di aziende multinazionali, sicuramente scegliere una università che ti consenta di svolgere attività di scambio partecipando a programmi Erasmus, Overseas od Exchange ti gioverà, una volta completata la laurea ,per le opportunità lavorative a cui potrai accedere.
Parecchie università italiane, inoltre, specie quelle a carattere internazionale, offrono la possibilità agli studenti interessati a sbocchi lavorativi anche all’estero di ottenere, attraverso un corso di studio integrato, un titolo “congiunto“ (joint degree) o un “doppio” titolo (double degree) con un’università estera.
In questo modo, al termine dei corsi e dopo le eventuali prove finali congiunte, gli studenti che partecipano a questi programmi conseguono un titolo unico firmato congiuntamente dalle autorità accademiche delle due istituzioni (titolo “congiunto”) o i titoli nazionali finali delle due istituzioni (“doppio” titolo).
Di seguito ti riporto le università che in Italia nell’anno accademico in corso promuovono questo genere di progetti.
Università di Torino:
- Université René Descartes Paris V (Francia),
- Université de Nice Sophia Antipolis – Faculté de Droit et de Sciences Politique (Francia).
Università degli Studi di Firenze:
- Université Pantheon-Sorbonne (Paris 1) Paris (Francia),
- Universitat Zu Koln Köln (Germania).
Università della Calabria:
- Università d’Artois (Francia).
Università di Bologna:
- Université Paris Nanterre (Parigi),
- King’s College di Londra (Inghilterra),
- Tilburg University (Paesi Bassi),
- Universidad Complutense de Madrid (Spagna).
Università di Padova:
- Université Catholique de Lyon e Université Grenoble Alpes (Francia) – Laurea magistrale in Human Rights and Multi-Level Governance,
- University of Wrocław (Polonia) – Laurea magistrale in Human Rights and Multi-Level Governance.
Università di Trento:
- Michigan State University, College of Law (USA),
- University of Glasgow, School of Law (Inghilterra) – Collaborative LL.B. and LL.M. Programme,
- Washington University in St. Louis, School of Law (USA) – Transnational Law Program (TLP),
- University of Cincinnati – College of Law (USA),
- Indiana University Bloomington – Maurer School of Law (USA).
Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli:
- Universidade Municipal de São Caetano do Sul (Brasile).
Dov’è più facile giurisprudenza
Dov’è più facile giurisprudenza? In realtà non esiste una risposta che possa soddisfare un interrogativo così frequente in molti studenti in procinto di iscriversi a giurisprudenza.
Per rispondere in modo esaustivo bisognerebbe innanzitutto capire cosa si intende per «facile»: «facile» con docenti generosi nelle valutazioni? «facile» per le modalità d’esame? Oppure «facile» perché più flessibile sulla scelta degli esami da sostenere?
È chiaro che non esiste una risposta univoca. Per sapere qual è l’università più facile per te dovrai domandarti prima di tutto quali sono le tue esigenze: se il tuo obiettivo è quello di laurearti con un buon voto, di frequentare un’università ben organizzata o altro ancora.
Se ti stai domandando però dov’è meglio studiare giurisprudenza è il caso che tu dia un’occhiata ai dati CENSIS, che ci suggeriscono che la migliore facoltà di giurisprudenza in Italia è quella di Trento.
Gli studi CENSIS tengono in considerazione diversi parametri come: i servizi, le borse di studio, le strutture, la comunicazione ed i servizi digitali, l’internazionalizzazione e l’occupabilità. Dunque, se uno di questi parametri è un criterio essenziale per la tua scelta, sicuramente questa classifica potrà essere un buon punto di partenza per la tua ricerca.
Prendere sottogamba una scelta importante come quella dell’Ateno in cui iscriversi sicuramente non è una buona idea. Basti considerare che gli studi legali, le imprese e la pubblica amministrazione non perdonano una scarsa conoscenza o competenza in occasione dei concorsi e, soprattutto, sono pienamente informati sugli Atenei e sullo studio più o meno aderente alle richieste del mercato del lavoro.
Pensare di fuggire da qualsiasi sforzo ponendosi come obiettivo un Ateneo che ti consenta di studiare poco ed ottenere buoni risultati sul libretto universitario, ammesso che esista, o preoccuparsi poco delle statistiche sulla occupabilità nella fase di ricerca potrà presentarsi come un handicap nel post laurea. Non cercare la strada più semplice, ma la tua strada: quella che ti possa consentire di realizzare i tuoi desideri lavorativi.
Quanti anni sono per la laurea in giurisprudenza
È lecito domandarsi quanto duri il percorso di studi in giurisprudenza. Giurisprudenza dura 5 anni in Italia, tuttavia non è sempre stato così.
Fino ai primi anni 2000, infatti, durante la vigenza del cosiddetto “vecchio ordinamento”, la facoltà di giurisprudenza ha avuto la durata di 4 anni, per poi essere inclusa nella riforma del “3+2”.
In sostanza, con questa riforma si prevedeva che, dopo un primo ciclo di studi di tre anni, si conseguisse una laurea triennale in scienze giuridiche. Al laureato in scienze giuridiche, dunque, si dava la possibilità di scegliere tra due alternative: concludere i propri studi per affacciarsi da subito al mondo del lavoro o proseguire i propri studi per ulteriori due anni e conseguire una laurea specialistica. La maggior parte degli studenti era solita optare per la prosecuzione degli studi, se non altro perché tutte le professioni legali e i principali concorsi pubblici richiedevano come prerequisito la laurea specialistica.
Questa circostanza ha, così, comportato l’abolizione del percorso 3+2 per la facoltà di giurisprudenza che ad oggi è a ciclo unico e ha la durata di 5 anni.
Oggi come allora, però, i corsi obbligatori di giurisprudenza sono i medesimi e sono riassumibili nei seguenti:
- diritto costituzionale,
- diritto privato,
- diritto del lavoro,
- diritto commerciale,
- diritto civile,
- diritto processuale civile,
- diritto penale,
- diritto processuale penale, e
- diritto amministrativo.