La mia prima udienza in videoconferenza ve la voglio raccontare. È un racconto un po’ lungo ma credetemi è uno spaccato molto realistico della giustizia Italiana di questi tempi.
Udienza fissata per le 11.30.
Ore 11.40 ancora nessun segno di vita né informazioni sul link a cui accedere per collegarsi con Teams (la cosiddetta aula di udienza virtuale).
Ore 11.45 prendo contatto con la cancelleria ‘avvocato sono a casa in smart working, chiami la collega al…’
Ore 11.50 chiamo altro numero e dopo qualche tentativo prendo la linea ‘Avvocato a che ora aveva udienza? Alle 11.30?! Eh mi spiace il giudice tende a dilungarsi, potrebbe esserci un po’ di ritardo’
Ore 12.15 richiamo ‘avvocato ho verificato, il giudice è ancora in udienza con altri, ma stia tranquilla la sua pratica è sopra la scrivania’.
Ore 12.30 dopo qualche telefonata finalmente scopro che il giudice si è liberato (però non ha pensato di dirmelo tanto sto aspettando solo da un’ora!). Nessun link per il collegamento all’aula di udienza virtuale mi è ancora arrivato nel frattempo.
Ore 12.40 chiamo la cancelleria ‘non mi avete ancora mandato il link per collegarmi nell’aula virtuale’ ‘ma come avvocato dice?!’ ‘Si dico, me lo mandi a questa mail…’ passano altri minuti, arriva una mail (in posta indesiderata) senza nessun link.
Richiamo. ‘Manca l’allegato con il link’
‘ma come avvocato, dice?! Ah si perché il giudice ha mandato un file non leggibile, aspetti stampo il file e le mando la scansione’ ‘forse facciamo prima se mi detta il link!’ ‘’Avvocato non so dove sia il link… non so proprio come fare mi faccia parlare con il giudice’.
Riattacca.
Attendo.
Richiamo la cancelleria ‘scusi mi può far parlare con il giudice?’ ‘E come faccio avvocato? Quello sta due stanze più avanti!! Facciamo così provo a girargli la sua chimata!’.
Mi gira la chiamata.
La linea cade.
Chiamo direttamente l’interno del giudice che recupero nel frattempo. Prima è occupato poi qualcuno risponde ma non si sente nulla.
Chiamo di nuovo la cancelleria ‘avvocato mi sa che il telefono del giudice è rotto. Sa cosa facciamo?! Vado a chiamarle il giudice e vi parlate dal telefono della mia stanza’
(wow!!! Allora il giudice e la cancelliera possono camminare!!!?).
Arriva il giudice al telefono ‘avvocato ci sono delle difficoltà con il programma’
‘no giudice a dire il vero semplicemente non mi avete ancora mandato il link per entrare in udienza virtuale, io credo che il programma funzioni!’
‘Avvocato non si preoccupi, facciamo l’udienza su whatsapp!’
‘Ok, come vuole giudice’ ?
Inizia l’udienza, ma il giudice non ha disattivato la vibrazione quindi ogni 30 secondi sentiamo trr trr e il giudice che si affretta a mandare via le notifiche oscurando la telecamera con il dito. (Ma perché non toglie il vibro?!?) lui fa finta di niente e continua.
Dopo circa 20’
‘avvocato ma lei mi sente?!’ ‘Certo giudice, la sento bene!’ ‘Ah aspetti ho capito cosa è successo avvocato, non avevo attivato il viva voce… ecco perché la sentivo così male!’
? sconforto.
L’udienza volge al termine tra varie peripezie ‘avvocato vuole che le mostri il verbale?’ ‘Intende dire che mi condivide il file così lo vedo?’
‘No no avvocato glielo mostro qui da whatsapp’
[fracasso vario, inquadra muro scrivania tastiera e infine vedo dal mio smartphone 1/3 dello schermo dove su finestra ridotta è aperto il verbale -vedasi foto-]
‘ecco avvocato lo vede?!?’
‘Più che vederlo lo immagino, giudice! Cosa ne dice di raccontarmelo?!’
‘Certo avvocato!’…
E fu così che il giudice, in un’udienza celebrata su whatsapp con un’ora e quaranta di ritardo dopo varie vicissitudini, mi raccontò il verbale.
La legge è uguale per tutti: anche su whatsapp!
PS: Se sei uno studentee ti sei iscritto a Giurisprudenza ispirato da Law and Order, Perry Mason o la più recente serie Suits, sperando di tenere arringhe avvincenti davanti ad un giudice austero e attento sorretto dal clamore della folla che partecipa all’udienza… potrebbe essere stato per te un brutto colpo leggere questo post.
Purtroppo all’Università, mentre ti raccontano come Calamandrei e Chiovenda abbiano progettato la nostra procedura ispirandosi ai principi di oralità ed immediatezza, di rado ti fanno vedere come vanno le cose nei tribunali Italiani.
Molti arrivano al quinto anno senza mai aver visto un’udienza o una sentenza o un atto processuale.
Insomma, non per infrangere i tuoi sogni di bambino ma è giusto che tu sappia come vanno realmente le cose…
Ciao Silvia, io come molti ho cominciato la mia pratica forense esattamente con i miti dei film: avvocato rispettato ed elogiato, tutto funzionante alle perfezione, udienze intense… Poi ho iniziato la pratica… La mia prima udienza me la ricorderò per sempre, causa medica e il giudice che dice al mio dominus “avvocato io non ho letto niente… Mi spieghi lei la storia” Io sbalordita… Uscita da quell’aula in un battibaleno chiesi al mio dominus da quanto tempo il giudice avesse avuto l’atto per studiarlo… Tre mesi… Allibita… Nauseata… Il resto dei miei diciotto mesi continuò sempre così… A volte pure peggio… Ecco io ero una di quelle che ha iniziato giurisprudenza con il sogno di diventare avvocato. Ora con uno scritto fatto a dicembre di cui non si sa ancora se verrà corretto mi chiedo se veramente è questo quello che voglio fare per tutta la mia vita… e quindi chiedo a te, dopo questo tuo racconto, ma cos’è che ti spinge a fare questo lavoro? Cosa ti sprona a non cercare un altro lavoro? Spero tu riesca a rispondermi, perché per me è stato frustrante tutto della mia pratica: i clienti che non pagavano, che trattavano l’avvocato come uno scemo, i giudici idem, le cancellerie che si credono Dio in terra e sanno solo rimbalzarti da una parte all’altra quando cerchi delle risposte… E quindi mi trovo oggi a dire “è davvero l’avvocato che voglio fare?! “
Ciao Giulia,
penso che amare o meno la professione sia molto soggettivo. Quello che piace a me è risolvere casi giuridici, trovare nuovi clienti, vederli soddisfatti quando lavoro bene per loro, vincere le cause (anche se la giustizia che viviamo è molto diversa da quella che si vede in TV), mi piace la sfida di migliorarmi professionalmente, di rimanere aggiornata, amo essere un libero professionista, mi piace non dover rendere conto del mio tempo né timbrare un cartellino, mi piace parlare di diritto e occuparmi di formazione… cose così!
Dimenticavo… in futuro se vuoi una risposta un po’ più tempestiva scrivimi direttamente in privato a [email protected]