Laurearsi in ritardo a giurisprudenza può davvero fare la differenza (in negativo) per il tuo futuro? Hai qualche esame indietro e stai rischiando di laurearti in ritardo in giurisprudenza o sei già fuori corso: cosa significa questo per il tuo futuro ma soprattutto in che modo puoi correre rapidamente ai ripari. Ne parliamo in questo post.
Laurearsi in ritardo in giurisprudenza: gli effetti
Eccoci qui a parlare di una spiacevole situazione per uno studente di giurisprudenza: quella del fuoricorso. Inizia come qualche esame indietro. Poi comincia a nascondersi dietro il prendersi del tempo per un voto più alto. Poi sfocia nella convinzione che quel professore proprio ce l’ha con te.
Alla fine però la realtà è quella: sei finito fuoricorso.
A questo punto la vita diventa decisamente più sgradevole perché continua ad aumentare il peso del giudizio degli altri: dei tuoi genitori, dei tuoi colleghi, degli amici che possono giudicarti e pensare che, in verità, non sei così tanto capace come vuoi far credere. Avresti dovuto laurearti in giurisprudenza ormai troppo tempo fa, sei in ritardo con le materie e l’ultima cosa che vorresti condividere con gli altri sono le tue insicurezze.
Questo è il classico comportamento che, chi si trova fuori corso, assume: lentamente ti isoli, non parli più dell’università con i tuoi colleghi, provi ad evitare domande sugli esami, studi in solitudine e lentamente resti da solo con i tuoi pensieri e con la maledetta convinzione, che si fa sempre più grande, di non poterne uscire e cerchi un modo per scappare da questo inferno.
Potresti finire per pensare che giurisprudenza non fa per te, che in verità non ti permetterà di fare il lavoro che ti piace o qualsiasi altra scusa che la tua mente cercherà solo per mettere fine a questo abominevole mostro che è diventato l’università.
Lascia però che ti dica una cosa: non sei il primo, né tanto meno sarai l’ultimo ad avere un problema simile. Tantissimi studenti mi scrivono per i tuoi stessi motivi.
Andare fuori corso non è una vergogna: voglio però guidarti a scoprire come puoi risolvere questa situazione nel più breve tempo possibile e recuperare tutto o quasi il tempo perduto.
Statistiche fuoricorso giurisprudenza
Gli studenti di giurisprudenza fuori corso sono moltissimi.
Secondo gli studi di AlmaLaurea (consorzio interuniversitario), infatti, giurisprudenza (insieme alle altre facoltà giuridiche) è la facoltà in Italia in cui “andare fuori corso”, in media, significa laurearsi con un ritardo di circa 3 anni, ovvero, la facoltà in cui gli studenti impiegano mediamente 8 anni per laurearsi in giurisprudenza.
Il dato non è incoraggiante e soprattutto non te lo dico perché voglio semplicemente rasserenare il tuo disagio con il fatto che mal comune è mezzo gaudio.
Però è indispensabile che tu ti liberi di tutto l’inutile fardello emotivo che questa situazione di produce. Solo così potrai avere la mente lucida e serena per rimboccarti le maniche, applicare i miei consigli e recuperare la situazione.
Perché laurearsi in ritardo può essere grave
Michel Mortone, viceministro del Ministero del Lavoro del Governo Monti, in un’intervista ha dichiarato se non sei ancora laureato a 28 anni, sei uno sfigato.
È stato duramente criticato per queste parole dall’opinione pubblica, ma aveva ragione?
Andare 5 o 10 anni fuori corso è da sfigati?
Personalmente ritengo non sia una questione di sfiga, sfortuna o fortuna. Non raggiungere un traguardo in tempi ottimali è (forse) un fallimento, in primis per chi ha fallito, e non va condannato (se il proposito è quello di non lasciare nessuno al proprio destino). Ma sicuramente è un problema sempre più in questi tempi perché più tempo perdi e più lasci strada a chi è più veloce ed efficace di te.
E in un mercato del lavoro in cui c’è sempre più competizione, qualunque ritardo può essere molto dannoso in termini di occupabilità.
I motivi per cui uno studente si trova ad essere fuori corso e laurearsi in ritardo, possono essere i più svariati: ma solo raramente hanno a che fare con situazioni personali. Molto più spesso hanno invece a che vedere con il metodo di studio o con le capacità dello studente.
Laurearsi diventa un fatto grave se non hai un alibi, se non hai un valido motivo per giustificare il ritardo con un serio impegno/imprevisto come seri problemi di salute, di famiglia o esigenze lavorative, se sei uno studente lavoratore.
Diverso è il caso di tutti quegli impegni con cui spesso riempiamo la nostra vita e che finiscono per prendere più tempo del necessario a causa della nostra incapacità di gestione. Per quanto queste attività possano essere importanti, chiediti se sono veramente tutte indispensabili o se puoi sacrificarne qualcuna per il tempo necessario ad acquisire un metodo di studio più efficace capace di liberarti tempo. L’importante è che il tuo avere molti interessi extra-universitari non diventi la scusa per trascurare un obiettivo che per te risulta lontano, difficile da perseguire o che ti richiede un grande sforzo.
Diverso il caso in cui tu sia uno studente lavoratore che si mantiene agli gli studi lavorando: in questo caso conciliare vita da studente e vita da lavoratore può essere oggettivamente complesso. Il consiglio nel tuo caso è di valorizzare al meglio queste tue esperienze lavorative nel tuo curriculum e nei tuoi futuri colloqui di lavoro, perché sia chiaro al tuo interlocutore che non sei uno scansafatiche, tutt’altro.
In questo caso nessuno ti può rimproverare per essere andato fuori corso. È soltanto apprezzabile lo sforzo di una persona che non vuole rinunciare a migliorarsi e che, allo stesso tempo, per sua volontà o per altre cause cerca di essere indipendente economicamente. L’importante è valorizzare tutto questo adeguatamente.
I motivi per cui si finisce fuori corso in giurisprudenza
So benissimo, stando a contatto con tantissimi studenti, che i motivi per cui ci si ritrova fuori corso in giurisprudenza sono sostanzialmente questi:
MOTIVO N°1: ti manca un metodo di studio adeguato per affrontare giurisprudenza
Studiare è metodo. Ed un metodo, per essere efficace, deve essere strutturato in organizzazione, comprensione, elaborazione ed esposizione dei concetti.
Studiare senza un metodo potrebbe non essere produttivo: potresti stare ore seduto ad una scrivania, alzarti, sentirti stanco ed avere fatto l’equivalente di NULLA!
Se studi da mesi Diritto costituzionale e, pur consapevole di non stare immagazzinando nulla con il metodo, famoso quanto arcaico, «leggi e ripeti», ti ostini a mantenere questa strategia, l’esito dell’esame inevitabilmente non sarà positivo.
Quello di cui hai bisogno è un metodo di studio che favorisca l’apprendimento attivo e dinamico, che stimoli la creatività e che ti consenta di alternare attività differenti senza cadere nella monotonia. Vedrai che per un metodo simile la tua mente non potrà che esserti riconoscente! (se ti stai domandando di cosa parlo ti invito a visitare la pagina del Metodo Studiare Diritto Facile per capire cosa intendo).
Avere un buon metodo, inoltre, non è soltanto utile in concreto, perché ti facilita il compito dello studio, ma anche perché ti dà nuova carica, nuova motivazione e soprattutto nuova fiducia in te stesso.
MOTIVO N°2: hai accumulato stress da cramming
Si tratta di una situazione in cui si cade a causa dello studio intenso che gli studenti generalmente fanno quando si sta per avvicinare l’esame. Quando punti a recuperare tutto all’ultimo, cercando di recuperare il non salvabile, rinunciando a dormire in giorni e notti di studio matto e disperatissimo, abusi della resistenza del tuo corpo e del tuo cervello
Il nostro cervello non è fatto per immagazzinare concetti a lungo termine in pochi giorni, non è fatto per resistere a questo stress.
L’organizzazione fa parte dello studio, ed un’organizzazione efficace è quella che consente di distribuire il carico di studio frazionandolo.
Per questo motivo, la tua fedele alleata sarà la costanza, che potrai/dovrai mantenere adottando abitudini che ti consentano di raggiungere il tuo obiettivo.
Inizialmente sarà faticoso darsi dei tempi precisi, alzarsi presto, seguire la tabella di marcia, rispettare pause cadenziate durante lo studio e pranzare e cenare ad orari adeguati. Lentamente, però, se riuscirai a combattere l’istinto del «piacere facile e veloce», queste pratiche inizieranno a far parte della tua vita e diventeranno le abitudini a cui non potrai rinunciare (se vuoi saperne di più, ti suggerisco di leggere “The power of habits” di Chares Duhigg; ti aiuterà a capire meglio di cosa sto parlando).
Quindi, se non avrai un metodo di studio efficace e non avrai pianificato lo studio, in modo da evitare il cosiddetto cramming, farai i conti con la immancabile demotivazione. E questo ci porta al:
MOTIVO N°3. Non hai ottenuto buoni risultati e per questo sei demotivato.
È naturale perdere stimoli quando gli sforzi che fai si traducono in insuccessi. Soprattutto se, all’insuccesso, segue il disagio sociale nel confrontarsi con gli altri per timore di essere mal giudicati da noi stessi e dagli altri.
Come recuperare velocemente il fuoricorso in giurisprudenza
È possibile studiare mattoni di centinaia di pagine velocemente, divertendosi e con la certezza matematica di superare l’esame, qualunque esso sia? Sì, a patto che tu abbia un metodo.
Studiare Diritto Facile è un metodo di studio che ho creato in tanti anni passati sui libri di diritto, prima come studente e poi come professionista. Per farlo sono uscita dagli schemi: ho abbandonato costrutti lessicali altisonanti, la complessità dei manuali scritti da esimi professori o magistrati, ho cercato di mettermi nei panni di chi con il diritto è alle prime armi e, soprattutto, ho trovato un modo per rendere più semplice e intuitivo lo studio.
Quanto hai questo metodo dalla tua parte, studiare diventa molto più semplice e veloce.
Funziona perché è un metodo scientifico, basato su regole chiare e precise che non lasciano nulla all’interpretazione filosofica o al buonsenso dello studente. Ma soprattutto è un metodo creato da un giurista (che esercita quotidianamente come avvocato), per giuristi: conosco bene le difficoltà e i problemi dello studente di diritto e so come aiutarti. Non è un metodo per altre materie, ma solo ed esclusivamente per il diritto.
Per studiare con il metodo SDF non servono un QI speciale, particolari doti intellettive o essere un drago della memoria: con questo metodo anche la pagina di diritto più astrusa e complessa può diventare facile.
In verità se uno lavora o ha problemi di salute o sceglie di non laurearsi subito per altri motivi non dovrebbe essere discriminato per nulla o essere dello sfigato.
Meglio in ritardo ma con competenza che presto con una “studiata” di primo passaggio.
Ognuno ha i suoi tempi.
Non c’è fallimento se si è investito tempo, risorse e studio in quello che si fa con passione.
A parer mio, per quanto possano dire che il mercato del lavoro sia saturo, potrei controbattere che c’è anche troppo lavoro per chi né ha e troppi sprechi.
Se poi uno studente a scuola ha sempre dimostrato il massimo e SOLO all’università ha avuto rallentamenti, evidentemente il sistema possiede qualcosa di sbagliato.
Ovviamente nella pratiche di selezione sono argomenti che possono essere valutati, ma non vanno a sottostare ad una logica di profitto e feeling con il datore di lavoro o se è un concorso al risultato dello stesso. In quanto gli esami sono solo il risultato di un colloquio che dimostra la preparazione su alcuni specifici argomenti in lassi di tempo diversi. La laurea, sottostando alle leggi di mercato, essendo elargita a molti ed a svariati ambiti, a questo punto perde di valore.
Sono d’accordo con te! Ognuno fa il suo percorso e ha la sua storia alle spalle. Di questo bisogna sempre tenerne conto.