Le superiori ormai agli sgoccioli e stai valutando di studiare giurisprudenza. O magari hai fatto il test d’ammissione per un’altra facoltà, non ti hanno preso e stai pensando di rimediare rifugiandoti (si fa per dire) a giurisprudenza. Che tu sia uno di quelli che fin da piccolo aveva la fissa di fare l’avvocato o un incerto cronico alla ricerca di informazioni per scegliere cosa fare del tuo futuro, questo è l’articolo che fa per te. Ti aiuterà a capire se sei veramente pronto a studiare giurisprudenza e soprattutto se conosci le 5 regole per iniziare col piede giusto.
Studiare giurisprudenza: il rischio da NON correre
A settembre ancora in ferie… Bella vita fanno gli universitari no? Beh, di sicuro ci sono molti lati positivi… la vita fuori casa per alcuni, meno ore complessive di lezioni, niente compiti e interrogazioni ogni settimana, controlli minimi o inesistenti sulla frequenza, nessuna giustificazione o permesso d’uscita per i ritardi e le assenze e ovviamente niente pagella! Insomma un piacevole profumo di libertà!
Tuttavia, io che ho a cuore il tuo successo come quello dei tanti studenti che seguono il mio blog e il mio canale youtube, ho il dovere morale di dirti che dietro a questa libertà si annida una grande insidia.
Un rischio che non devi assolutamente correre: quello di restare intrappolato anni all’università e uscirne con estrema fatica ultra-trentenne, stanco, malridotto e coi capelli venati di bianco o peggio ancora abbandonarla senza aver conseguito il titolo di studio previsto.
Lo so che stai pensando “a me non capiterà… al liceo me la son cavata bene e non ho neanche faticato tanto” oppure “io sono un tipo serio diventerò avvocato costi quel che costi” e sono contenta che tu abbia fiducia nelle tue capacità, ma ti faccio anche presente una statistica allarmante:
- l’82% degli studenti di giurisprudenza è fuori corso, cioè non riesce a fare gli esami previsti nei tempi previsti;
- 20 studenti di giurisprudenza su 100 iscritti al primo anno non proseguono con gli studi l’anno successivo;
- poco più del 30% degli studenti arriva alla laurea in giurisprudenza.
Capisci cosa significa tutto questo? Significa che hai scelto di affrontare un’università piuttosto cazzuta e che se non ti impegni seriamente, se non sei determinato, organizzato, puntuale e intenzionato a superare i tuoi limiti, i tuoi sogni potrebbero infrangersi presto.
Studiare all’università: perdere tempo è facilissimo
Sto esagerando? Niente affatto. Ho visto moltissimi studenti dare solo un esame a sessione dicendo
È Diritto Civile, uno degli esami colosso di giurisprudenza, come potrei fare diversamente?
Purtroppo a giurisprudenza gli esami obbligatori sono solo di due tipi: COLOSSO e colosso, quindi capisci che la mole di studio non può costituire una giustificazione, perché altrimenti dovevi iscriverti a Scienza delle Noccioline! Ma poiché i numeri valgono più di mille parole, seguimi in questo semplice calcolo: il piano di studi per una laurea magistrale in giurisprudenza comprende poco più di 30 esami. Dando un esame a sessione per un totale di 3 sessioni all’anno, il conto è presto fatto: ti laureerai in 10 anni (a patto che tutti gli esami vadano lisci e il tempo tecnico per scrivere la tesi, fare qualche idoneità di lingua e informatica sia trascurabile). Il risultato? Se tutto va bene, con un po’ di fortuna sarai sul mondo del lavoro (o della pratica) all’alba dei tuoi 30 anni.
Decisamente troppo tardi. A quell’età conosco colleghi che hanno aperto e avviato uno studio in proprio o sono diventati magistrati/notai/giuristi d’impresa/funzionari dell’agenzia dell’entrate o di qualsiasi altra amministrazione pubblica. Se tieni conto che per la maggior parte delle professioni giuridiche è necessaria una gavetta di 2 anni, a cui devi aggiungere il tempo tecnico per il superamento di concorsi che vengono banditi una volta l’anno o ancora meno frequentemente, capisci che di questo passo vedrai il tuo primo stipendio attorno ai 35 anni.
In questo caso, te lo dico dal cuore: a meno che tuo padre non abbia uno studio e ti aspetti pazientemente a braccia aperte: LASCIA STARE!
Ok, se continui a leggere vuol dire che veramente hai deciso di iniziare col piede giusto: sei quindi pronto a conoscere le regole auree per uscire presto e bene dalla facoltà di giurisprudenza, una serie di regole che ti aiuteranno a capire una volta per tutte come diavolo si possano sostenere tutti gli esami previsti dal tuo ambizioso piano di studi nei tempi, magari anche senza dover sfruttare la sessione di Settembre.
Studiare giurisprudenza, regola N°1: comincia a studiare subito
Non fare il tragico errore di aprire i libri solo quando hai terminato di seguire le lezioni, qualche settimana prima che inizi la sessione d’esami. Questo è l’errore più comune che viene fatto dai novellini del settore. Si ragiona come ai tempi del liceo quando, con il classico pacco riparatore, si potevano recuperare i numerosi pomeriggi di ozio.
Il pacco riparatore ti permetteva di studiare 50/100 pagine nel giro di un weekend e di riuscire a fare una dignitosa figura. Purtroppo però la stessa tecnica si rivela fallimentare quando devi preparare un esame di 500 o più pagine. Il quantitativo di nozioni, molto spesso ben più complesse di quelle che si trovano sui manuali per le scuole superiori, non può essere memorizzato in poco tempo.
Non potendo memorizzare i contenuti in una manciata di giorni, questi una volta immagazzinati verranno facilmente rimossi se non hai adottato un buon metodo di studio e un’adeguata tecnica di ripasso.
Studiare giurisprudenza, regola N°2: più discipline studi più impari
Levati dalla testa l’insensata credenza che, se studi più materie contemporaneamente, i concetti che apprendi si accavalleranno e presto avrai una confusione mostruosa nel cervello. Al contrario! La memoria funziona per collegamenti pertanto più informazioni ci sono nel tuo “magazzino” più sarà facile crearne di nuove. In altri termini più studi, più impari.
Studiare giurisprudenza, regola N°3: fatti un programma realistico a inizio corso
Fin dall’inizio dell’anno impara a fare un programma realistico e sensato per il tuo studio. Dividi il tempo di studio in due fasi: quella in cui leggi e schematizzi il libro e quella in cui lo memorizzi e ripeti.
Ad esempio, se devi dare 1 esame per il quale devi apprendere le nozioni contenute in un manuale di 800 pagine e hai 4 mesi a disposizione, sai che indicativamente hai 3 mesi di tempo per schematizzare tutto e 1 mese per memorizzare. Fatti un calendario dettagliato e rispettalo nel dettaglio.
L’ideale è arrivare a sapere esattamente quante pagine al giorno devi schematizzare o ripetere; se “scazzi” il programma, sai che il giorno dopo devi recuperare. Mi raccomando, fai programmi realistici, in cui i sabati e le domeniche non studi o studi solo un paio d’ore. Se non ti concedi delle pause il tuo cervello non sarà collaborativo! Se vuoi saperne di più su questo argomento ti consiglio di leggere l’articolo sul Come organizzare lo studio
Studiare giurisprudenza, regola N°4: a tutte le materie lo stesso impegno
Concedi lo stesso tempo di studio a materia della stessa difficoltà e importanza. Una volta che hai deciso di preparare due mattoni assieme o comunque di sostenere due esami a distanza di pochi giorni, porta avanti di pari passo le materie scelte.
Sicuramente ce ne sarà una più facile, che ti appassiona di più e che ricorderai meglio… non per questo devi preferirla nello studio! Al contrario, se ti senti più ferrato in una materia privilegia lo studio dell’altra. L’ideale è studiare una materia la mattina, l’altra il pomeriggio (se ne hai una terza la sera).
Non cambiare materia ogni 10 minuti, è una scelta poco metodica e inconcludente. Crea il tuo rito: mattina-materia A; pomeriggio-materia B; sera-ripasso random/riposo/materia C, a seconda dei casi.
Studiare giurisprudenza, regola N°5: meglio di tutto un po’ che tutto di poco
Meglio sapere un po’ di tutto che tutto di un po’. Questa è LA REGOLA AUREA che devi stamparti in testa se vuoi eliminare già il 70% del rischio bocciatura in qualsiasi esame. Non saltare argomenti, studia tutto il programma dall’inizio alla fine.
Tu non hai idea di quanti studenti ho visto uscire incazzati dall’aula d’esame frignando e dicendo “la prima domanda l’ho risposta benissimo, poi mi ha chiesto quella parte di libro che non chiede mai, che manco spiega a lezione, quella che avevo saltato e… ho fatto scena muta! Mi ha detto di tornare al prossimo appello!”.
Se sei sicuro di voler fallire, salta parti di programma! Salta le parti che il tuo amico non ha studiato, salta quello che l’assistente non ha spiegato, salta quello che il professore, secondo i più, non chiede mai! Se invece vuoi avere la certezza matematica di prendere SEMPRE almeno 18, studia tutto, magari poco e in modo approssimativo ma studia tutto.
Di ogni cosa cerca di sapere almeno la definizione e la regola base.
Uno studio completo (per quanto superficiale) ti permetterà di avere sempre le redini del tuo successo in quanto non affiderà mai il buon esito di un esame alla probabilità che ti chiedano qualcosa al posto di qualcos’altro.
Ecco le 5 regole auree da non contravvenire se vuoi avere successo nei tuoi studi di giurisprudenza, riuscendo a fare tutti gli esami previsti nel piano di studi.
Se non sei ancora soddisfatto e vuoi sapere davvero tutto su come diventare una macchina da guerra macina esami allora ti consiglio di leggere il mio e-book “Studiare diritto è impossibile se non sai come farlo”. Per saperne di più clicca qui o sull’immagine qui sotto!
…E se vuoi giocare veramente duro e avere un successo strepitoso allora il Primo Workshop di Studiare Diritto Facile è ciò che fa per te.
buonasera, mi chiedo come mai tanti giovani sprecano il loro tempo e i loro sogni in un’avventura come quella di iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza. Buona parte di questi ragazzi sognano carriere direttive inesistenti, stipendi dai 3000 € in su, libera professione piena di soddisfazioni e di denaro che ormai non si vede più, accesso alle professioni giuridiche i cui concorsi sono vinti da una persona su 50. Nessuno si rende conto che ormai gli studi giuridici in Italia sono da chiudere, per la loro obsolescenza e perchè nel mondo del lavoro non servono affatto giuristi, ce ne sono già troppi con stipendi impiegatizi senza nessuna possibilità di carriera che dia un senso allo sforzo profuso negli studi. Il Sole 24 Ore ha pubblicato un articolo nel quale si racconta che gli avvocati sono in buona parte delusi dal loro lavoro. Allora, vogliamo cambiare strada e considerare questi studi, ormai finalmente fuori dalla massificazione, buoni solo per una ristretta minoranza di persone?
Quello che poni è l’annoso problema di rendere giurisprudenza una facoltà a numero chiuso. Ma forse è un non problema: negli ultimi 10-15 anni il numero delle iscrizioni a giurisprudenza è crollato quindi direi che un po’ il sistema si sta “autoregolando”. I giovani di oggi che si iscrivono all’università (e non solo giurisprudenza) sanno che in molti casi finiranno per avere una carriera impiegatizia e non certo dirigenziale. Ovviamente in questa curva decrescente di iscritti, che credimi di rado sognano “carriere direttive inesistenti”, resta un pregresso di laureati ampissimo figlio degli entusiasmi di mani pulite e dell’epoca d’oro dell’avvocatura che deve essere assorbito (ci vorranno circa altri 20 anni secondo me).
Cosa consigli di studiare? Solo materie scientifiche?
Perché penso che la situazione che hai descritto sia la stessa per tutte le facoltà umanistiche.
Decisamente le scientifiche hanno più sbocchi, più richiesta e sono pagate meglio.
Cosa consigli di studiare Sig.Mauro?
Solo materie scientifiche? Perché credo che la situazione che hai descritto sia la stessa per tutte le facoltà umanistiche.